nucleo comunista internazionalista
note




OPERAZIONE WIKILEAKS:
DAL CAMPO DEI “PALADINI DELLA LIBERTA’” SPANDONO LIQUAMI ARANCIONE E VIOLACEI

Diciamo alcune cose su questa operazione Wikileaks che è venuta a squassare il mondo delle diplomazie cioè l’ambiente dove i cani-lupo di norma si muovono a passi felpati e non scoprono la dentatura feroce di cui gli Stati, tutti gli Stati, sono dotati e che serve, in primo luogo, per difendere il potere di classe sul proletariato.

Una ovvietà (per noi) innanzi tutto. Scambiare o presentare questa operazione come “azione di trasparenza”, “dimostrazione di piena democrazia” e ciance simili è dato solo a due condizioni: essere rimbambiti cronici ovvero stare a libro paga nel campo dei “paladini della libertà”, leggasi il campo che ruota attorno all’asse Wall Sreet-Pentagono-Tel Aviv. Anzi, forse ce n’è una terza di condizione che non sappiamo bene come qualificare, se un incrocio o che altro, quella alla Asor Rosa per intenderci che come si ricorderà ebbe a suo tempo ad invocare l’aiuto estero, esplicitamente dell’imperialismo “progressista”, per liquidare “il Tiranno” di casa propria.

Altra ovvietà: solo l’azione rivoluzionaria delle masse può far opera di reale pulizia e trasparenza come le baionette bolsceviche hanno dimostrato nel ’17, scardinando gli archivi segreti e svelando gli intrecci di trame che accompagnano la vita degli stati capitalistici. (Fra cui quelle, ricordiamolo visto che ci siamo, della viscida Italietta borghese, da sempre e al solito doppio e triplogiochista. Altro che le odierne storielle di gossip o di banali “interessi personali” che vengono fatte filtrare!) Evidentemente qui di ben altro si tratta. Di una operazione orchestrata da un centro di interessi imperialistico-borghesi volta a mettere in difficoltà altra banda di interessi borghesi e di preparare la strada ad una certa “uscita dalla crisi” di cui adesso diremo.

Che il centro da cui promana questa orchestrazione sia l’asse sopra citato dovrebbe essere abbastanza evidente data la semplice constatazione che le quinte colonne e i numerosi Badoglio (*) che si annidano in ogni paese e che si presentano colorati non solo del “classico” arancione o viola, sono tenute accuratamente ben al coperto dalla colata di “rivelazioni” che si susseguono. “Rivelazioni” del resto che non svelano un bel niente di nuovo: era di pubblico dominio, per esempio, che certi fetenti regnanti arabi spingessero per un colpo terribile da vibrare contro “i persiani”; idem che i germanici e i blocchi capitalistici di Russia e Cina fossero, diciamo così, tenuti “sotto stretta osservazione”, così come lo stesso “Tiranno” di Arcore la cui colpa è di aver barcamenato la navicella dell’imperialismo tricolore sulla stessa scia tracciata dagli Andreotti e dai Craxi e prima ancora dai Mattei (e prima ancora, e con più coerenza da Benito: “Dio stramaledica gli inglesi”!). Cose da tempo evidenti e risapute, per chi appunto non è rimbambito o a libro paga.

Ed allora a che prò questo torbido mestare?

La logica che a nostro avviso muove l’operazione in atto è non dissimile da quella, criminale, che ha mosso Israele nell’inusitata e sanguinosa azione contro le navi pacifiste e cioè giocare a carte scoperte e mettere anche certi recalcitranti settori borghesi, come l’attuale amministrazione Usa, di fronte all’ineluttabile scioglimento dei nodi. La motivazione che in profondità è avvertita dall’imperialismo Usa e dall’avamposto israeliano e che ne determina l’azione è, a nostro modo di vedere, la seguente: il mondo gli sta sfuggendo dalle mani. Perduta inesorabilmente la supremazia nella sfera della produzione data l’impotenza a produrre con un adeguato livello di plusvalore in casa propria, rischia ora di sfuggire dai loro tentacoli la capacità si succhiarlo agli altri come si erano specializzati a fare attraverso le cerchie di potere della finanza e del dollaro. Resta, finché si è in tempo, la spaventosa potenza di fuoco, la forza militare che va appunto fatta valere per ribadire la propria, sempre più incerta, supremazia a scala planetaria. Per sbarrare la strada ai temuti antagonisti di Cina e Russia, per seminare il bailamme in Europa e sfasciare se del caso quel vaso di coccio imperialista.

Come si danno delle manovre militari più o meno minacciose così con questa operazione Wikileaks abbiamo insomma a che fare con una manovra diplomatica di guerra e per la preparazione della guerra imperialista condotta sotto la classica insegna dell’imperialismo occidentale: per la democrazia, per la libertà. Questo è per noi.

Due parole sulle ricadute di tale operazione nel recinto del pollaio italiano. Il composito circo borghese dell’opposizione a Berlusconi – che va da una parte dei poteri forti, ai nostrani arancione fino a certi “rosso-estremi” passando per i tanti Badoglio in circolazione – ha preso la palla al balzo per dare addosso al Cavaliere contando di assestargli, forse, la spallata finale. In altro articolo ( “Con o senza Berlusconi il fronte borghese affila le armi ”) diciamo quanto si deve di questa banda borghese dalla quale occorre prendere rigorosamente le distanze.

Nel contrapposto campo del circo equestre berlusconiano si accusa e si para la botta recitando la commedia o la barzelletta del “complotto da parte delle sinistre”. Che altro potrebbero fare il Cavaliere e i suoi accoliti? Denunciare apertamente come stanno le cose come vorrebbero talune frange (sparute al momento) neo-mussoliniste e di conseguenza agire su una linea coerentemente “patriottica” anti-americana? Suvvia, cari camerati, chiedete davvero troppo persino al funambolico miliardario e presidente-operaio, che si crede Napoleone e non è nemmeno Peron .

Però... però intanto inizia a delinearsi la linea di frattura su cui una banda dello schieramento borghese andrà ad attestarsi, oltre e a prescindere dalla figura dell’individuo Berlusconi. Leggiamo a pagina 3 de Il Giornale 27 novembre. Qualche brevissima riga ma dovrebbe bastare per fare rizzare le antenne (ai non rimbambiti s’intende): “L’Italia è sotto attacco, eppure nessuno le ha dichiarato guerra. E mai lo farà. Nessuna sorpresa. Così va il mondo. Anzi il nuovo mondo, quello che la maggior parte dei commentatori non sa o non vuole leggere. Oggi sappiamo che la Rivoluzione arancione a Kiev non fu affatto spontanea e, ad esempio, che gli attacchi speculativi contro la lira del ’92 o contro le economie asiatiche nel ’97 furono pilotati ad arte”.

Capito bene cosa arriva a scrivere Il Giornale (oggi, e non che questi borghesi non sapessero già da allora come stessero le cose) che è certamente ben lontano dall’essere Il Popolo d’Italia (ma intanto è una palestra di movimentismo borghese!): “La rivoluzione arancione a Kiev non fu affatto spontanea”! Esattamente, proprio così. Le conseguenze operative sono implicite ma i, diciamo così, “patrioti anti-americani” in incubazione devono limitarsi intanto e per ora, in una situazione di generale confusione e tutta da decantare, a porre la questione e a punzecchiare nell’ombra.

Le due bande borghesi si fronteggiano senza esclusione di colpi e, lo si noti, si rimpallano in fondo l’accusa terribile di “tradimento della Patria” (oggi si dice “degli interessi del Paese”) come a suo tempo fascisti e CNL si rimpallavano.

Chi ha tradito la Patria: Mussolini o il CLN? E il CLN la tradisce per l’America o per la Russia? Chi è oggi che tradisce la Patria: Berlusconi per i suoi interessi personali o gli antiberlusconiani alla Marcegaglia, alla Profumo alla Badoglio-Fini, Badoglio-Bersani, Badoglio-Di Pietro e a tutta l’altra coorte filo-atlantica con incluse ruote di scorta di cosiddetta estrema-sinistra?

Lasciamo il rovello ai borghesi, ai neo-mussolinisti e a nuovi partigiani. Il punto che intendiamo al solito mettere è che questa rappresentazione ha come oggetto il proletariato sulla cui pelle patrioti e traditori di patria giocano la loro partita per il potere, ieri nel ’43 –’45 come oggi.

La nostra consegna, basilare ed elementare se volete: al diavolo la Patria e relativi veri o presunti patrioti!

Alla larga da chi pensa di utilizzare una operazione diplomatica di preparazione della guerra imperialista per “far cadere il governo” e non è nient’altro che uno strumento o un’utile idiota nelle mani di una banda borghese.


(*) Per quello che intendiamo per Badoglio e per Badogliolandia=Italia si veda in questo sito: “Per i NO Dal Molin l’imperialismo è un optional”.


7 dicembre 2010