nucleo comunista internazionalista
note



(S)BALLOTTAGGIO

Quattro parole aggiuntive alla precedente nota sulle recenti elezioni dopo il ballottaggio che ha coinvolto un certo numero di importanti comuni.

Il dato più interessante è senz’altro quello dell’ulteriore rinculo del PD su cui sembrerebbero voler giocare le minoranze interne (nominalmente “di sinistra”) di quel partito per farne pagare le spese a Renzi. Calcolo molto avventato perché se è vero che comincia a manifestarsi una certa disaffezione nei confronti del “nuovismo” già ammalato di artrosi senescente vista la stretta crescente sulle condizioni di vita delle masse lavoratrici (non solo proletarie) non ne viene alcun premio alla presunta “alternativa” degli altrettanto presunti “sinistri” del PD. Il caso più sintomatico è quello della bandiera bianca piedddina che sventola a Venezia, tradizionale roccaforte in passato di una assai più vigorosa “sinistra riformista” (capital-popolar-proletaria in termini sociologici). Qui è proprio un personaggio emblematico del non-renzismo tradizionale (evitiamo l’eccessivo “anti”) ossia il personaggio nobile Casson, vincitore delle primarie a sgradimento di Renzi, ma sostenuto da tutto il partito come “occasione buona” per risalire la china in cui l’aveva precipitato la precedente esperienza amministrativa e dalle solite mosche cocchiere dei cosiddetti “ultra”sinistri tipo SEL e resti rifondaroli ed anche oltre (e siamo sempre alla presunzione nominalistica). Questo è il segno evidente di un affanno del PD, puntualmente registratosi altrove (vedi il caso Arezzo!), che segnala una slittata a destra dell’elettorato (attivo sotto il 50%), mentre cresce, per l’appunto, il tasso di un astensionismo che, come abbiamo già sottolineato, non promette nulla di buono. Il chiaro deficit del PD in termini di soluzione dei problemi sul tappeto spinge verso la richiesta di poteri forti in grado di sciogliere i nodi intricati di una soluzione che, stando alle aspettative della “gente”, richiederebbe un autentico decisionismo più o meno “autoritario”. E bene l’ha colta Renzi allorché ha proclamato di voler tornare al Renzi Uno abbandonando le mezze misure, anche all’interno del partito, del Renzi Due imbrigliato da lacci e lacciuoli ingombranti: basta con i freni a mano. Si vedrà poi come riuscirà a far quadrare il cerchio con “uno scatto di reni” di scarsa probabilità. E intanto, all’orizzonte, si profila il caso, assai più pesante, di Roma dove è in gioco la testa di Marino, altro personaggio “nobile” non-renziano di nessun respiro, cui, nelle attuali condizioni, nel caso di un ritorno alle urne sarà ben difficile trovare un sostituto all’altezza della situazione.

Tra le cause dell’attuale insuccesso del PD, a parte il persistere dell’impasse economico-sociale che grava come un macigno sulla compagine governativa (ed altrettanto, se non di più, graverebbe su una ritornante “alternativa” di destra), vanno registrati due elementi: quello del dramma dell’immigrazione ed anche, in sottordine, dei Rom e quello degli scandali affaristici diffusi con Roma capitale (ma solo capitale) di essi che hanno reso nudo il Re pieddino.

In breve sull’immigrazione (tema su cui ritorneremo a breve): non siamo (per il momento) di fronte ad un’invasione apocalittica, ma certamente dinanzi ad un problema di sproporzione evidente tra domanda eccedente rispetto all’offerta solvibile (e lucrabile) e ad un indecoroso servizio di “accoglienza” le cui conseguenze ricadono sulla famosa “gente” di cui sopra, che si trova “assediata” da una massa portata allo sbando, con tutto quel che inevitabilmente ne deriva. In sovrappiù interviene lo scandalo dei 35 euro assegnati dallo stato a bande di profittatori di ogni tipo, a cominciare da certe ONG che ci lucrano sopra (altro che il solo “criminale” Buzzi!), quando gli 80 euro mensili a certe fasce di nostri cittadini sono vantati come un “incentivo ai consumi”. Ed oggi tutti, ma proprio tutti, compresi i Casson e i Pisapia, si affrettano a dire “abbiamo già dato, adesso basta” (sulle nostre tasche etc. municipali). Il dramma di questa gente, cui in solitaria papa Francesco e molti buoni volonterosi invocano un’accoglienza decente, “umana”, è così ridotto ad un problema di “ordine pubblico” senza neppure un adeguato attrezzaggio ad hoc. E la tappa ulteriore, ormai sottoscritta da tutti quelli che contano, è esattamente quella leghista dei respingimenti. Meglio allora l’originale rispetto ai succedanei impotenti. Intanto si continuano a fomentare guerre e rapine neocoloniali su cui nessuno dice niente di serio perché ciò comporterebbe una soluzione internazionalista di classe qual è quella per cui noi ci battiamo. Anche qui la soluzione di destra può risultare accattivante per la nostra “gente” a misura che si è smarrito ogni riferimento classista.

(Lo stesso dicasi per la questione rom, altra “mucca da mungere” costringendo i rom ad un’effettiva abiezione. E, a questo proposito, ci limitiamo a ricordare che nella Serbia del “genocida” Milosevic vi era una politica abitativa, di scuole – nella propria lingua –, di editoria rom e persino di trasmissioni televisive sempre in lingua rom. Dov’è una “sinistra”, “ultra” compresa, che sappia esigere ed attuare altrettanto?)

Sulla questione “morale”: si tratta dell’ennesimo escamotage per deviare l’attenzione del “pubblico” dal tema centrale, che non è quello di un appetibile “capitalismo onesto”, ma dei meccanismi insiti nella logica del profitto cui chiunque può attingere a piene mani sino all’estremo del possibile incurante della “morale” tradizionale (mentre, pensateci un po’!, sarebbe morale un “sano” sfruttamento di classe – magari via job act  – senza ladrocinii “personali”, bastando il superladrocinio impersonale del capitalismo stesso). Se poi lo stesso PD se ne rende protagonista è ovvio che tutto il bailamme moralista gli si rivolga contro (e staremmo poi a vedere le “mani pulite” di una destra che intanto ci pesca, eccome!). Su questo tema siamo pressoché soli a dire: va bene i ladri individuali à la lanterne, diciamo pure al capestro (noi non siamo di quelli “nessuno tocchi Caino”), ma come viatico per le capitalisme à la lanterne

Un’ultima nota sul successo del M5S in talune circoscrizioni (tipiche – e molto sospette – quelle siciliane, in attesa di Roma). Come abbiamo già scritto questo è il frutto gratuito offerto dalle attuali compagini politiche ad una “alternativa” da Uomo Qualunque dal fiato corto, per quanto essa possa abbuffarsene al momento. E non manca neppure ad esso il sostegno interessato di una destra mirata a sbirillare Renzi sapendo poi trarne l’opportuno utile una volta tolto di mezzo il provvisorio incomodo-comodo del M5S. Questo, sia detto, con tutto il doveroso rispetto per la buona volontà e l’onestà individuale di molti grillini. I quali, però, guarda caso!, sono talmente attaccati alla “morale” capitalista da proporre contro un’UE che non ci “aiutasse” sul tema dell’immigrazione il ricatto di un disimpegno dall’Afghanistan (splendido do ut des!) senza mai dire una parola sulla “nostra” politica imperialista fomentatrice e compartecipe di ogni sorta di rapine e guerre. Questo con buona pace di tanti “ultrasinistri” che, in caso di elezioni romane, correranno per il M5S quale “occasione quasirivoluzionaria” per “rinnovare”... il sistema).

Ci torneremo sopra, smaltita la sbornia.

19 giugno 2015