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IL MASSACRO DELLA NATO A MAJER, IN LIBIA

Postato il Martedì, 16 agosto @ 10:44:49 CDT di supervice

massacro a Majer in Libia

DI FRANKLIN LAMB
Counter Punch


Gli abitanti affermano che i bombardamenti della NATO hanno ucciso 85 persone, tra cui 33 bambini, 32 donne e 20 uomini
Situata a circa trenta chilometri a est dell’antica città romana di Leptis Magna, dieci chilometri a sud di Zliten, lontano dalla costa libica e dall’altro lato del Mediterraneo rispetto a Roma, Majer era una pittoresca cittadina conosciuta per la gran qualità dei suoi datteri e la produzione del tarbuni (succo di dattero), secondo i suoi abitanti il migliore di tutta la Libia.
Famiglie del luogo e testimoni oculari, oltre alle autorità libiche, hanno affermato che gli attacchi aerei del NATO hanno provocato la morte di 85 persone: 33 bambini, 32 donne e 20 uomini. I giornalisti e le persone giunte sul posto hanno potuto vedere trenta cadaveri nell’obitorio locale, tra questi una madre e i suoi due figli. Funzionari e residenti ci hanno spiegato che approssimativamente altri 50 corpi sono stati spostati altrove per il funerale in famiglia e che la maggioranza dei feriti è stata trasferita negli ospedali di Tripoli

A Majer, dove la NATO ha deciso di bombardare tre nuclei abitati attigui, i visitatori hanno esaminato un totale di cinque case bombardate. Non si sono trovate armi nelle fattorie, solo materassi, vestiti e libri sparsi dappertutto. Una giovane di 15 anni gravemente ferita, Salwa Ageil Al Jaoud, aveva scritto il suo nome in un block notes trovato tra le macerie. Visitandola successivamente in ospedale, ha assicurato, come riportato anche dagli altri testimoni, che non c’erano militari nelle case bombardate. La NATO ha utilizzato la stessa tattica usata da Israele nei due massacri di Qana in Libano. Dopo le prime tre bombe, lanciate alle 23:00 ora locale (alle 21:00 GMT di lunedì 8 agosto), molti residenti della zona sono accorsi sul luogo dei bombardamenti per tentare di salvare i propri conoscenti. In quel momento, la NATO ha attaccato con ancora più violenza e ha assassinato 85 libici.
I corpi gravemente bruciati e mutilati di due ragazzi, Adil Moayed Gafes e Aynan Gafes, sono stati estratti dalle macerie dai membri sconvolti della sua famiglia. Un uomo, completamente angosciato, ripeteva, “Non c’è altro Dio che Allah” e “I martiri sono amati da Dio", quando altri si sono uniti a lui. In piedi su un ammasso di detriti, un portavoce del governo libico, Ibrahim Moussa, ha dichiarato: "È un crimine che sfida l’immaginazione. In questo posto tutto è civile!" Concordando con i funzionari libici intervistati ieri sera all’Hotel Rixos di Tripoli, la NATO ha attaccato Majer "per tentare di aiutare dal sud i combattenti ribelli a entrare nella città che si trova nelle mani del governo. La NATO incrementa la sua partecipazione, le operazioni militari e il controllo a favore di una delle parti in quella che era una guerra civile. Ha la speranza di ottenere migliaia di milioni di dollari in contratti per la ricostruzione e per lo sfruttamento delle risorse petrolifere da parte del suo corpo scelto, di stanza nella Libia orientale.”
In quella che sembrava una pagina presa a prestito dell’ufficio stampa dell’esercito israeliano, la portavoce aggiunta della NATO, Carmen Romero, e il colonnello Roland Lavoie, portavoce militare dell’operazione “Protettore Unificato”, hanno affermato in una conferenza stampa unificata tenuta tra Bruxelles e Napoli che "ili villaggio bombardato aveva un assembramento militare e che la NATO al momento non ha alcun riscontro di vittime civili, visto che la NATO stesse adotta sempre misure straordinarie per garantire la sicurezza dei cittadini."
È prevedibile che, a mano a mano che il massacro di Majer diventerà sempre più conosciuto, la NATO si veda costretta a spiegare la morte di così tanti libici, e probabilmente nelle prossime 48 ore annuncerà l’avvio di “un’indagine interna" sui fatti di Majer per affermare, avendo già deciso in anticipo come fanno regolarmente gli israeliani, che l’attacco era diretto solo contro "obiettivi militari legittimi".
Tutti i rifugiati palestinesi musulmani e cristiani nel Libano, e tutti i cittadini libanesi i cui familiari o le persone care furono assassinati nei due massacri perpetrati da Israele a Qana in Libano, oggi ricordano la perdita insanabile delle sorelle e dei fratelli che sono stati uccisi a Majer.
Il massacro perpetrato in Majer è stato prodotto, di nuovo, con armi statunitensi, regalate dai contribuenti statunitensi senza una conoscenza o un consenso, e contro i valori umanitari statunitensi condivisi da tutte le persone di buona volontà.
Come a Qana, nell’inventario delle armi statunitensi che sono state consegnate alla NATO e che sono disponibili per essere utilizzate, a volte in modo indiscriminato, in Libia dal 29 marzo del 2011, col fine di "proteggere" i civili comprende, ma non si limita, quello che segue:
Bombardieri invisibili B-2 del gruppo di bombardieri 509 della base aerea di Whiteman; caccia F-15E delle squadriglie di combattimento 492 e 494 della RAF di stanza a Lakenheath, nel Regno Unito; caccia F-16CJ specializzati nella "soppressione di difese" della squadriglia 480 della base aerea di Spangdahlem, in Germania; veicoli per il trasporto EC-130 per le operazioni psicologiche del reparto per le Operazioni Speciali 193 della Guardia Nazionale aerea della Pennsylvania; veicoli da trasporto KC-135 dei reparti 100 e 92 per il rifornimento di combustibile in volo, provenienti da Mildenhall, nel Regno Unito e da Fairchild AFB, nello stato di Washington, USA; veicoli da trasporto C-130J recentemente distaccati nella 37esima squadriglia per i ponti aerei di Rammstein, in Germania; apparati di attacco a terra A-10 ed AC -130.
Gli attacchi del NATO sulla Libia sono iniziati col bombardamento delle sue difese aeree con 110 missili tattici statunitensi Tomahawk. Si lanciarono anche attacchi aerei statunitensi utilizzando gli apparecchi invisibili B-2 Spirit che hanno condotto 45 attacchi congiunti contro magazzini di munizioni delle base aeree libiche. Altri missili Tomahawk sono stati lanciati da navi britannici presenti nella zona.
Le navi della Marina degli Stati Uniti che vengono utilizzate dalla NATO per proteggere i civili "libici" sono le seguenti: cacciatorpediniere USS Stout (DDG55) e USS Barry (DDG52), della classe Arleigh Burke provvisti di missili diretti; i sottomarini USS Providence (SSN719), USS Scranton (SSN756) e USS Florida (SSGN728); le navi anfibie USS Kearsarge (LHD3) e l’USS Ponce (LPD15); la nave di comando USS Mount Whitney, LCC / JCC20; le navi di appoggio Lewis and Clark, Robert E. Peary e Kanawha. Le navi Kearsarge e Ponce trasportano aerei da combattimento AV-8B Harrier, elicotteri CH-53 Super Stallion e aerei MV -22 Osprey con elica basculante.
Gli aerei-cisterna KC-130J provengono dalla base aerea di Sigonella in Italia; gli EA-18G Growler, aeroplani per l’attacco elettronico del VAQ-132, con base a Whidbey Island, nello stato di Washington, sono giunti dalla base aerea di Aviano, in Italia. Questi aeroplani sono stati spostati dall’Iraq a richiesta della NATO "per aiutare a proteggere i civili dalla Libia", insieme ai quadrimotori P-3 Orion per la lotta antisommergibile e gli aerei EP-3 Aries per l’attacco elettronico.
Oltre alle armi già menzionate, più di cinquanta tipi di bombe e di missili statunitensi sono stati immagazzinati per essere utilizzati dalla NATO "per proteggere i civili in Libia", il cui uso fino ad oggi è illegale secondo le leggi statunitensi e internazionali, visto che hanno prodotto morti, mutilazioni o lesioni a 7.800 civili libici tra il 29 marzo e il 9 agosto del 2011.
Lo studio dei luoghi bombardati dalla NATO, le ispezioni sul terreno, i numeri di catalogo degli ordini che non sono esplosi, l’esame dei frammenti delle bombe e dei missili riscontrati nelle zone abitate dell’ovest della Libia e la consultazione con le fonti militari libiche hanno confermato quanto affermato da due ufficiali del Comitato delle Forze armate del Senato degli Stati Uniti, Hotel entrambi avvocati, secondo cui la NATO, come già fecero gli alleati israeliani a Qana in Libano, l’8 di agosto del 2011 ha perpetrato crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
In concreto, la NATO è accusata di aver commesso tutta una serie di crimini contro la nazione libica, in base al risultato delle riunioni che si sono tenute con un numero sempre maggiore di visitatori internazionali e di avvocati difensori dei diritti umani, che sono giunti dall’Europa, dall’Asia e dall’America del Sud e del Nord.
Il diritto internazionale applicabile comprende, tra gli altri, l’articolo 3 dello Statuto della Corte Penale Internazionale dell’Aia che stabilisce chiaramente che uno dei criteri per l’accusa dei crimini di guerra è proprio l’attacco o il bombardamento, condotte in qualsiasi modo, contro città, villaggi, edifici o case indifese. L’uso continuato da parte della NATO di obiettivi civili con fini militari, una situazione che la NATO crudelmente e gratuitamente chiama "danni collaterali", si adatta perfettamente all’articolo citato e sarebbe una pietra angolare per un accusa contro questa organizzazione per crimini di guerra. La violazione della Convenzione di Ginevra IV, Articolo 3 (a): "Fino a questo momento i seguenti atti sono e rimarranno vietati in qualsiasi caso rispetto alle summenzionate persone: la violenza alla vita e alle persone, in particolare omicidi di qualsiasi specie."
Ci sono simili denunce presentate contro funzionari israeliane da avvocati statunitensi del Centro di Diritti Costituzionali di New York, in Ali Saadallah BELHAS et al., querelanti, contro Moshe YA`ALON, accusato (466 F. Supp. 2d 127 (2006). Un caso che fece presente alla comunità legale internazionale e al pubblico la necessità di non considerare l’immunità sovrana dalle corti internazionali e di consentire processi sia nelle corti nazionali che internazionali
Il massacro della NATO a Majer esige dal diritto internazionale un processo che non ottenga di meno.

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Fonte: NATO’S Massacre at Majer, Libya
12.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE