nucleo comunista internazionalista
riceviamo e pubblichiamo/segnalazioni



CORRISPONDENZA

…così ci “allenano per il futuro”

Riceviamo da uno studente medio questa vivissima corrispondenza che illustra in forma molto chiara ed efficace alcuni degli aspetti del sistema di allevamento in batteria con cui vengono “allenate per il futuro” le nuove generazioni.

Tutte le aspirazioni, le molteplici espressioni della personalità, tutte le pulsioni vitali possono – questo viene inculcato – realizzarsi in quanto funzionali al presente stato delle cose, ossia alle immanenti e intangibili leggi del Capitale. E’ il rispetto della dura legge del mercato quella a cui prepara, e non può che preparare, la scuola della Repubblica libera e democratica. In cui si deve imparare a competere e farsi largo, e su cui ciascun giovane – personalmente, privatamente – può e deve misurare il proprio, personale, privato, successo. La propria personale, privata, realizzazione dei “desideri”. Ognuno, ogni singola particella umana col suo personale, privato, libro mastro su cui registrare la propria personale, privata, scrittura contabile del Dare e dell’Avere alla cui scala – personale, privata – registrare i propri, individuali, privati, “successi”. Insomma: imparare ad ammonticchiare il proprio gruzzolo di quattrini, mettendosi al servizio della più generale macchina degli affari e dei quattrini. Dentro questa croce di totale e universale contabilità mercantile, ogni slancio ideale, disinteressato, volto a superare il desolato e avvilente orizzonte individuale, privato, insomma ogni autentico slancio umano è inchiodato. Oppure relegato ad una attività volontaria e certamente disinteressata di “solidarietà” ma che, in quanto non intacca quella croce, è anzi funzionale al generale meccanismo capitalistico.

Ogni tanto non è inutile ricordare, alle giovani generazioni soprattutto: la Repubblica libera e democratica, ad esempio, quando bombardava e massacrava la Jugoslavia allo stesso tempo metteva in piedi “l’operazione Arcobaleno” presentata come opera di “carità e solidarietà” verso le popolazioni kossovare…. Bombe e “solidarietà” allo stesso tempo, l’una funzionale alle altre! Il tutto sotto la direzione di “un governo di sinistra” guidato da quel tale che oggi è fra i “padri nobili” di quella roba insulsa che pare abbiano deciso di chiamare “Liberi e Uguali” e che si presenta come “veramente di sinistra”. In tale abominevole situazione ci troviamo grazie all’eclissi della lotta di classe da parte proletaria!

Il “secondo evento” di cui suo malgrado il nostro amico Kappa è stato partecipe ci mostra, dentro il quadro di asservimento di cui sopra, come la scuola della Repubblica libera e democratica si preoccupi di instradare, di orientare le greggi entro un particolare recinto. L’orientamento, il messaggio è lanciato in modo neanche poi tanto subliminale. Più o meno il seguente: “cari ragazzi noi qui ci troviamo nel campo delle società libere e democratiche le quali pur con tutte le loro magagne, comunque e certamente sempre emendabili, si preoccupano con spirito filantropico e umanitario delle sorti del mondo e della natura e che sono contrastate … dalle forze del male”. In breve: campo della “libertà” versus l’oscuro campo di un multiforme totalitarismo. Anche così si “allenano” le menti e gli spiriti delle nuove generazioni per le crociate dell’imperialismo democratico.

Infine il contesto da cui ci giunge questa corrispondenza. Si tratta di una concentrazione di diverse migliaia di studenti di un capoluogo di provincia del nordest. Il ceto è quello medio, medio-basso popolare. La massa giovanile appare apatica, quasi inerte a qualsiasi messaggio esterno, chiusa “nel proprio mondo”. Le uniche forze organizzate che in maniera abbastanza sistematica agiscono nella massa studentesca sono quelle della destra più o meno “estrema e sociale” riunite nel cosiddetto “Blocco studentesco”. Un rilievo importante a questo proposito. Nel conteso sopra delineato possono riuscire a far breccia, nella parte minoritaria più sensibile e in qualche modo cosciente della necessità di uscire dall’ovatta “del proprio mondo”, le “tematiche ideali” e “antisistema” proprie della destra sociale ed estrema: la critica al consumismo, al “materialismo” di questa società, finanche all’imperialismo, ovviamente all’imperialismo DEGLI ALTRI, degli USA in particolare. “Idealismo antisistema” bastardo che culmina in realtà come sappiamo – siamo, non è inutile ricordarlo, a cento anni esatti dalla prima guerra imperialista – con l’esaltazione del massacro fra proletari a beneficio della propria patria borghese.

Al fondo di questa generale inerzia e apatia cova però – rinchiuso ancora nel quadro di 10-100-1000 esperienze e bilanci tratti individualmente, privatamente, ognuno separato dagli altri – un sotterraneo stato di tensione e di profondo malessere, determinato dal reale stato delle cose, dal capitalistico stato delle cose. Che è quello che sappiamo e col quale primo o dopo si viene ad impattare e ci si sbatte contro la testa.

All’inizio dell’anno, in febbraio, a squarciare il velo – per un momento – su questo stato di malessere è venuto un tragico episodio. Un giovane, Michele, appena sotto i trent’anni si è tolta la vita spiegando il gesto come una accusa a questa società che prima l’aveva “allenato” e illuso sulla realizzazione delle sue aspirazioni (individuali, private) per relegarlo poi in realtà alla disperata condizione di eterno precario. Il povero Michele ha tratto, tragicamente, il suo proprio, privato, individuale bilancio, come è stato allenato a fare, e come tutti siamo indotti e allenati a fare dalla società capitalistica e borghese.

Il tragico evento ha suscitato il solito dibattito, il solito bla-bla sulla condizione giovanile e sul modo in cui le Istituzione, lo Stato ecc dovrebbero “invece” intervenire…. Il tutto ovviamente si è spento nel giro di qualche giorno ma ci piace qui riprendere un passaggio di un intervento che un anonimo giovane fece a caldo, riflettendo sulla tragedia di Michele: “… Quindi la riflessione prima ancora che ai poteri forti spetta noi. Noi abbiamo la forza fisica, mentale e anagrafica per proporre e reggere uno scontro tangibile con questa realtà”. (“Anche i giovani hanno colpe”, Messaggero Veneto 9/2/17)

Esattamente, ben detto! La forza fisica, mentale e anagrafica per proporre e reggere lo scontro, per contribuire alla riemersione della lotta di classe da parte proletaria che è il fattore chiave di volta per uscire dall’attuale abominevole stato di cose.

15 dicembre 2017




Questa mia settimana scolastica è stata molto emblematica e penso che rappresenti bene ciò che la nostra scuola sta diventando e ciò che fra non molto sarà a pieno titolo: una bottega di marionette.

Sono uno studente di un istituto tecnico commerciale e nell’arco degli ultimi giorni ho partecipato con la mia classe a due eventi che mi hanno colpito e DISGUSTATO.

PRIMO EVENTO: LA CONFERENZA

vincere

All’inizio della settimana, per la precisione di martedì, io e i miei compagni ci siamo recati in un auditorium per partecipare ad una conferenza dal nome “Allenarsi per il futuro”. Nessuno tra di noi studenti sapeva su cosa verteva l’incontro e dunque non sapevo che attendermi anche se il nome dell’evento già mi faceva presagire che avremmo dovuto sorbirci due ore di pure minchiate sul lavoro del futuro, sui nostri “progetti”, sui nostri obiettivi … , e difatti in sostanza ciò è accaduto ( e fin qua nulla di sorprendente, è fin dalla prima superiore che professori, santoni vari e guru bombardano i ragazzi inermi con ambigue parole-chiave e previsioni sul nostro futuro, che secondo le parole di costoro sarà digitale e legato radicalmente alle nuove tecnologie in rapido sviluppo) ma vi è stata una particolare peculiarità che ho valutato alquanto allarmante.

Erano in tre gli individui che hanno preso la parola nel corso della conferenza: due rappresentanti di due grosse aziende internazionali (due signore, di cui una giovane) e un ex sportivo. Tutti e tre, dopo aver fatto un po’ di pubblicità alle imprese che rappresentavano ed averci sottoposto alla visione di un filmato dove baldi giovani rivelavano i loro “sogni” (come ad esempio diventare un “fashion designer”), hanno focalizzato il discorso su frasi come “inseguite i vostri sogni”, “credendo in voi stessi ce la farete”, “voi valete”, “inseguite l’obiettivo” ecc. . Tali frasi non erano però inserite in un contesto “sano”, non erano dei validi e semplici inviti ad accrescere la propria autostima e credere nelle proprie capacità, parevano (alle mie orecchie almeno) più delle frasi da incidere nel cervello, degli slogan da assorbire passivamente, delle parole d’ordine che sinceramente mi rievocano vagamente il mondo di “1984”.

Penso che fosse proprio questo lo scopo profondo della conferenza : mascherare una seduta di “educazione” psicologica (andando a riempirci la testa , appunto, con slogan che limitano e vincolano le nostre capacità di pensiero e di critica), magari mirata a prepararci ad essere i puppets del futuro da sfruttare ed usare, con un incontro che apparentemente avrebbe una funzione “motivazionale”. Questa idea si è in me rafforzata a seguito di ciò che è accaduto a fine incontro, mi riferisco a quella “ peculiarità alquanto allarmante” di cui avevo già accennato prima:

una volta finita la lezioncina l’ex atleta (un vecchio giocatore di rugby) si è alzato dalla sua sedia e con in mano uno smartphone ha invitato (anche in maniera insistente) tutti gli studenti ad ammassarsi verso le prime file dell’auditorium e al momento giusto (dopo che fosse stato dato il via), ripresi dalla fotocamera del dispositivo in mano a quell’uomo, urlare a gran voce “VINCEREEE!!!”.

“Assurdo, siamo tornati nel 1940!” ho pensato io, ma mi sbagliavo, infatti siamo peggio degli anni ’40!

E come se non bastasse il tale ritenne che la massa di giovani non avesse gridato abbastanza e fece ripetere il tutto … “VINCEREEEE!!!!” hanno urlato di nuovo i poveri studenti, catturati da questa ignobile truffa. Tutto pareva avere lo scopo di incanalare i nostri (di noi giovani) problemi, desideri, pensieri e aspettative in un pugno di frasi e in un verbo della seconda coniugazione, racchiudere le teste di una generazione in parole svuotate del loro significato.

I ragazzi usciti dall’auditorium non si sono resi conto di che cosa sia accaduto, tre sconosciuti si presentano e non solo ci illudono con idiozie, ma ci IMPONGONO di urlare in massa ciò che LORO vogliono che venga urlato (non che i tre oratori siano dei manipolatori intenzionali eh, anzi penso che non si rendano neanche conto di ciò che fanno, penso che essi semplicemente eseguono un qualcosa che gli è stato detto di fare) , ciò si potrebbe identificare in una sorta di controllo di una massa in scala ridotta.

La maggioranza dei miei compagni sembrava divertita da ciò e hanno recepito l’accaduto come una leggerezza, una cosa per divertirsi insomma. Purtroppo non penso che urlare “vincere!”(cosa che dovrebbe fare accendere una lampadina d’allarme ad ogni persona e ad un italiano in particolare) sia divertente.

Il problema è che “Allenarsi per il futuro” è un’iniziativa nazionale, queste “conferenze” si tengono in moltissime scuole d’Italia, non solo nella mia zona, dunque gli studenti dell’intera penisola vengono educati a questa sorta di bispensiero moderno (che ti sottomette facendoti credere di essere libero) e psicologicamente montati come è accaduto da me … .

DISGUSTOSO. Ragazzi, prepariamoci ad essere le marionette del futuro!

SECONDO EVENTO: “THE TRUTH TO POWER”…

Due giorni dopo la nefanda conferenza la mia classe deve recarsi al cinema a vedere un film dal titolo “An Inconvenient Sequel: Truth to power”. Il biglietto non si paga, è stato pagato dal Comune in quanto l’evento rientra in una campagna di cosiddetta sensibilizzazione a riguardo dei temi ambientali. Infatti l’argomento del film dovrebbe proprio essere l’ambiente e il surriscaldamento globale determinato dall’attività dell’uomo.

Si entra in sala, ovviamente non siamo soli, molti (la maggioranza) sono ragazzini delle scuole medie. Ci sediamo e attendiamo che vengano spente le luci e che la proiezione abbia inizio, però bisogna attendere per l’inizio della pellicola. Infatti il sindaco della mia città si presenta e davanti a tutti noi inizia a dire qualcosa, del suo discorso ricordo solo che vantava di aiutare il pianeta poiché ha installato dei LED per l’illuminazione pubblica (che grand’uomo, se il pianeta si salverà dalla catastrofe sarà grazie al suo operato!) e di aver fatto altri imponenti investimenti “verdi” . Finita la manfrina il primo cittadino di dilegua, le luci si spengono e inizia il film.

Tutto è incentrato su Al Gore, un merdoso “ambientalista” democratico, ex vicepresidente degli Stati Uniti negli anni del mandato Clinton nonché avversario di Bush alle presidenziali del 2001.

Il film è strutturato in maniera tale che ciò che dice Albert Gore appaia come LA VERITA’ indiscussa, che egli venga considerato un sant’uomo che dedica la sua vita per la salute del pianeta e che grazie alle sue conferenze e alle sue attività si possa evitare uno sconvolgimento climatico, infatti egli sarebbe riuscito addirittura a convincere il governo indiano ad acquistare pannelli solari (prodotti dai suoi amichetti) e dunque permettere che il trattato stipulato al “COP21”(che dovrebbe salvare il mondo) fosse firmato da tutte le nazioni partecipanti al suddetto vertice svoltosi nella capitale francese nel 2015. Seguendo ciò che viene detto da Albert Gore si deduce che la soluzione al surriscaldamento globale sarebbe quella di impiantare pannelli fotovoltaici e chiudere le centrali elettriche a combustibile fossile, tutto il resto va bene, il nostro sistema capitalista che sta spolpando uomini e terra (e che ci inquina mari e aria) non è un problema, anzi, basta comprare i pannelli di Al Gore e tutto è ecologico! Peccato che poi arriva Trump, che nel film è presentato come un malefico coglionazzo “negazionista” al soldo di compagnie petrolifere (Donald, nella versione italiana, è addirittura doppiato con una voce cupa, quasi malvagia), che toglie fondi all’EPA e annuncia di uscire dai trattati di Parigi sul clima e dunque riporta il globo sull’orlo del baratro. Sant’Al Gore allora chiama il popolo a scendere nelle strade e lottare, esortando a prendere spunto dalle lotte per i diritti dei gay (come potevano mancare i diritti gay?) e portare la SUA verità al potere. La SUA verità, non la verità. Al Gore’s Truth to power!

Il docu-film impone la chiave di lettura del politico democratico, senza andare a valutare né antitesi né altre tesi esterne alle sue.

Un normale spettatore rimane certamente colpito dal personaggio e da ciò che sostiene (poiché il film dal punto di vista tecnico è molto ben fatto) ma non si rende conto che non è spettatore di una narrazione oggettiva e completa bensì di una narrazione altamente soggettiva esclusivamente centrata sulla vita di un uomo, che oltretutto fa anche la bella figura dell’antisistema in quanto accusa la politica di essere schiava dei finanziamenti delle grandi compagnie (come se lui non fosse mai stato per anni nel governo americano e non ricevesse soldi da aziende e compagnie, che magari non sono quelle del petrolio ma quelle che producono pannelli solari e macchine elettriche, come Musk, che viene citato anche nel film).

Questo film sfornato dai laboratori clintoniani/CIA ha raggiunto il suo scopo, ossia colpire positivamente il pubblico, ci è riuscito così bene che dei ragazzi più volte hanno applaudito a proiezione in corso, e non sono mancate delle risate di scherno e dei borbottii al momento in cui sul grande schermo è apparso il volto di Trump. Quasi fosse il minuto d’odio di “1984”, il romanzo al quale il nostro mondo assomiglia sempre più!

Il punto è che siamo stati spettatori di mera PROPAGANDA creata da gente criminale, che usa temi sicuramente importanti come l’ambiente per ottenere consensi e usare la gente, e tutto ciò non rendendocene conto e con il pieno entusiasmo dei professori (che a mio avviso sono più infinocchiati di noi ragazzi, ed è tutto dire…) e suscitando addirittura emozione e gradimento degli studenti! Sant’Al Gore, paladino della terra.

Ciò che sta accadendo è preoccupante, nelle scuole (in realtà tale fenomeno è generale, anche se io in quanto giovane studente mi limito ad osservare ciò che avviene nel mio “mondo”) i ragazzi sono sempre più vittime di un indottrinamento che se portato avanti potrà avere effetti spiacevoli su tutti noi, ne è in gioco la capacità di reagire, lottare, criticare e … PENSARE.

                                                       KAPPA.

(20/11/2017)