nucleo comunista internazionalista
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SCIACALLI ALL’OPERA

Due grandi tragedie naturali hanno scosso di recente la Birmania (Myanmar) e la Cina. Alla propaganda imperialista non è parso vero di poter approfittare a costi zero del “lieto evento”.

Per la Birmania si dice: eravate state avvertiti dell’arrivo del tifone, ma voi, giunta militare “antidemocratica”, non ve ne siete data cura, non avete provveduto a sfollare anzitempo la massa di popolazione minacciata da tale evento. Naturalmente, non è vero che il regime birmano non abbia preavvertito la popolazione della catastrofe imminente. E’ vero che si sarebbe potuto provvedere a tempo qualora ci fosse stato sul campo un sistema socialista, attento ai costi sociali della cosa e non dei costi in termini capitalistici. Questo non potevamo chiedere al regime birmano, per il quale ovviamente non proviamo alcuna simpatia. Ma, tanto per chiarirci un po’ le cose, non sembra che gli iper–democratici, e ben altrimenti attrezzati capitalisticamente USA, abbiano fatto di meglio nel caso della Louisiana, salvo lo scaricamento dei costi della ricostruzione sulle spalle della popolazione coinvolta dalla catastrofe naturale e quindi... fuori assicurazione.

Si è fatto un gran parlare della chiusura del regime all’intervento “umanitario” esterno. In realtà, il lucchetto è stato imposto solo all’intervento politico attraverso l’uso degli aiuti concessi da parte di stati ed immancabili ONG legate ad essi imperialisti . Si tratta,in questo caso, di pura e semplice autodifesa, del tutto comprensibile, per quanto –ripetiamolo!– il regime birmano non meriti alcun rispetto da parte nostra. Controprova? Il TG–5 ha impunemente parlato di “regime comunista” (e, si sa, quando c’entrano i comunisti c’è solo il peggio da attenderci: affamamento, repressione, stragi etc.). Chi ha cognizione della geografia del paese sa benissimo quanto capitalisticamente (principio cui anche la giunta birmana è ben lungi dal sottrarsi) potesse costare in termini di messa in sicurezza preventiva della popolazione.. Quanto alla “sottrazione” degli aiuti “umanitari” internazionali da parte degli ufficiali e combriccole varie si tratta, naturalmente, di semplici balle:i padroni del vapore birmano hanno fatto, né potevano non fare, la loro diligente opera di “soccorso” ex post, pena una ribellione aperta da parte della popolazione (la quale, invece, ha persino sottoscritto il progetto di modifica costituzionale proposto dal regime in mancanza di meglio: il meglio, per qualcuno, sarebbe stato l’adesione... agli USA). Un giornale americano ha proposto coerentemente il seguente quesito: vista la chiusura della giunta birmana all’”aiuto” esterno gratuitamente elargito non sarebbe il caso di invadere la Birmania? Alla lettera! Dopo l’inondazione naturale ecco l’inondazione imperialista!

Lo stesso schema si è ripetuto riguardo al terremoto in Cina. Questo terremoto è stato di potenza infinitamente maggiore (ci atteniamo ai dati dei sismologi ufficiali) di quello di Reggio–Messina, i cui effetti noi abbiamo impiegato alcuni, molti, decenni a sanare.Per giunta, esso ha colpito delle zone periferiche, largamente inaccessibili. Ma i nostri bravi giornalisti, del tipo Igor Canciani che se a Mosca fa freddo è pronto ad imputarlo allo “zar Putin”, avanzano questa questione: vediamo adesso come la Cina olimpica sa farci fronte, vediamo come erano costruite le case crollate. Da noi, in realtà, dal Friuli all’Irpinia, sono crollati edifici pubblici primari costruiti “secondo tutte le moderne regole” in presenza di ben altre scosse, relativamente scossette, ma qui si fanno i calcoli sulla tenuta di edifici ovviamente vetusti in aree isolate e (relativamente) arretrate.”Purtroppo”, per costoro, la grande diga che si sperava crollasse non ha subito un graffio (a differenza, poniamo, dell’ospedale “d’avanguardia” di Gemona). La Cina borghesemente efficiente è stata in grado di assicurare un prontissimo intervento anche in zone estremamente disagiate e pressoché inaccessibili in zone di montagna assolutamente impervie, con un tempismo che qui da noi ci siamo sognati alla sola presenza di sterrati e mulattiere. Dopo 48 ore? Noi ci ricordiamo qui delle 96 e passa...

Può esser perfettamente vero che certi edifici –quelli scolastici in particolare– siano stati costruiti in Cina in deroga alle più rigorose misure antisismiche stabilite “grazie” alla corruzione di funzionari capitalistici locali ben adeguatisi alle regole del profitto occidentali in materia. L’insorgenza delle popolazioni locali contro questi fenomeni è stata esemplare ed ha, sin d’ora, obbligato il potere a garantire condanne esemplari, che –ne siamo certi– non mancheranno. E’ vero: il sistema da un lato promuove fenomeni del genere, dall’altro,  però, è costretto a far pagare ai suoi logici terminali il prezzo dovuto alla “giustizia”. Il che non assolve il regime, ma fa risaltare la forza di una mobilitazione di massa con cui esso deve fare i conti, molto più di quanto non si sia verificato nella iperdemocratica Italia in casi del genere (Friuli, Irpinia... Per il primo dei due casi, ricordiamo un bel libricino sullo scandalo delle tangenti assassine ad opera di un certo Roby Ronza, forse persino ciellino, editato dalla Jaca Book, cui nulla ha fatto seguito da parte delle istituzioni).

Qualche osservatore onesto l’ha dovuto riconoscere. Gliene sia dato atto!

Egregi mascalzoni che vorreste colonizzare il mondo abbattendo la concorrenza (capitalista) che vi tormenta: non confidate su terremoti ed alluvioni! Siete voi ad essere prossimi ad essere terremotati ed alluvionati!

1 giugno 2008