RAZZISTI? QUANDO MAI!
L’”accoglienza solidale” e l’”antirazzismo” non sono precisamente una qualità in cui lo spirito borghese italiano mostri di eccellere. Pubblichiamo qui sotto una vignetta “umoristica” tratta dal Travaso delle Idee, fine anni quaranta,
a firma del celebre (non diremo mai “grande”) Jacovitti, allora in forze soprattutto al Vittorioso, il giornale per ragazzi del clero. Si vedrà in che senso il buon borghese italiano davvero non faccia distinzione tra immigrati extracomunitari e migranti interni italiani (di serie B), quali erano allora quelli che muovevano dal Sud al Nord in cerca di lavoro nelle grandi industrie “lombardo–venete”.
L’”integrazione solidale”, in questo caso, tra residenti di vecchia data ed immigrati avvenne sì, ma ad opera del movimento operaio che, certamente non d’un botto e senza difficoltà iniziali, seppe unire Nord e Sud proletari in un unico fronte di classe, senza... puzze sotto il naso. E’ questa la risorsa che, oggi, rischia di perdersi od affievolirsi. Al suo rilancio, come sempre, noi ci richiamiamo.
Sempre per chiarire di che pasta siano fatti i “benpensanti” nostrani, ricordiamo che un’altra “celebrità nazionale”, Indro Montanelli (oggi assurto a maestro di progressismo, viste le sue ultime, e tutt’altro che limpide, performance antiberlusconiane) amava dire che “il problema numero uno” dell’Italia era di aver messo insieme un’Italia “vera” e un pezzo d’Africa, inassimilabile per sua natura. E, visto che si parla di Africa, ricordiamo ancora che allorché un esponente africano si vide attribuito un alto riconoscimento per la sua opera a favore della cultura e della pace, il nostro obiettò di non capire come ciò si potesse concedere a dei poco meno che “cannibali”. Però lo stesso Montanelli in un’intervista, alla domanda se non avesse mai desiderato un figlio, rispose che poteva benissimo darsi di averne avuti nelle sue frequentazioni con varie “faccette nere” colonizzate.
Questo in memoria dei Maestri di Civiltà nazionali!
16 novembre 2007