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affinché sulle rive del Danubio si rientri rapidamente nel seminato, cosa possibile e probabile data
l’assenza di alternative borghesi plausibili e sponde materiali su cui basare una specie di balordo
“anti-imperialismo” in salsa magiara. (Ma le cose possono prendere un piega imprevista per i
desiderata degli alti poteri borghesi europei - come noi ardentemente auspichiamo - anche altrove,
ad esempio nella confinante Romania in cui le masse sono letteralmente vessate e niente affatto
pacificate; stesso dicasi della Grecia, dove indubbiamente è data la risposta di lotta più avanzata dal
nostro punto di vista sicché non sembra proprio che la massa si illuda e si acconci, come accade
tuttora nei centrali paesi europei, a pensare di poter risolvere il problema dell’attacco contro di essa
sferrato semplicemente votando l’attuale partito di opposizione alle prossime elezioni, e dove,
nondimeno e proprio a ragione della radicalità della piazza, la protesta popolare e proletaria viene
insidiata da quanti, da destra e da sinistra, vi rilanciano un programma di difesa patriottica della
nazione contro l’assalto dei poteri forti stranieri volto a sbranarla).
Al di là dell’incidenza relativamente modesta della vicenda relativa alla terra magiara, essa è
solo una pallida anticipazione di dove, anche nei paesi centrali e più determinanti, possa essere
incanalato il malcontento sociale, specie di una enorme massa piccolo-borghese come quella di
Europa traumatizzata dal conto da pagare che gli si presenta davanti (peraltro in uno scenario in
continua evoluzione, dove la deriva patriottica verso la quale incanalare il malcontento delle masse
può presentarsi in Grecia con i contenuti detti e altrove con quelli opposti cioè “per non essere
costretti a pagare i debiti altrui imposti dall’Europa”. Si legga la sintesi, peraltro incompleta, di A.
M. Merlo sul manifesto del 24/07/2011 sulla serra in rigoglio di formazioni ultranazionaliste e anti-
islamiche in Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Austria, Bulgaria, Ungheria, Olanda, etc.,
dove il Partito del Progresso norvegese, seconda forza politica del paese tra le cui fila ha militato
per un non breve periodo l’attentatore di Oslo, aggiunge a tutte le tirate anti-immigrati, anti-tasse,
etc. anche la lotta “contro la generosità verso i paesi poveri”…).
Si comprenderà quindi l’urgenza e l’importanza del compito cui chiamiamo tutti i militanti
che vogliono schierarsi e battersi nel campo della Rivoluzione. Si tratta di procedere al riarmo sul
piano della teoria e dei principi del genuino comunismo rivoluzionario che nulla ha a che spartire
col “socialismo volgare” e la sua vuota, scriteriata e demagogica “agitazione fra le masse” e di
ordinarsi attorno ad un serio lavoro di organizzazione per il partito di classe, per il partito della
Rivoluzione.
Prima di chiudere la parentesi sull’allucinato regno del Denaro per il Denaro e sulle reazioni
da esso suscitate, diamo ancora la parola a Marx (è un passo di F.W. Newman ripreso in nota da
Marx in Storia delle teorie economiche – o Teorie sul plusvalore o Libro IV del Capitale – da cui
sono tratte tutte le citazioni sopra riportate. Cfr. Ed. Einaudi, vol. III cap. VII “Profitto, interesse ed
economia volgare”. Raccomandiamo la lettura e lo studio di questo capitolo in particolare, di
una sconvolgente attualità. E’ una vera e propria lotta corpo a corpo ad uno spasmodico
livello di tensione contro il Mostro-Capitale!): “Il grande profitto concesso dal possesso di oro e
di argento, poiché dà la possibilità di scegliere il momento più favorevole per comprare, ha fatto
sorgere le banche… Il banchiere si differenzia dall’antico usuraio per il fatto… che egli presta al
ricco ma raramente o mai al povero. Egli presta quindi con minor rischio e può farlo a condizioni
meno onerose. Per questi motivi egli evita l’odio popolare che colpiva l’usuraio”. Si era qui nel
periodo di slancio storico del capitalismo. Alla fine della sua traiettoria storica cioè al tempo nostro,
esso è riuscito nel capolavoro di “far investire gli ignudi” come diceva Bordiga, aggiogando nei
morbidi tentacoli del credito persino la classe operaia imborghesita dei paesi imperialisti. Credito
che oggi si rivela duramente e amaramente essere …debito, ipoteca, diritto di prelazione sul lavoro
futuro. Il mondo delle banche, della finanza torna così ad essere identificato con l’usura e ad essere
il più facile bersaglio contro cui si scaglia l’ira e la collera popolare. Occorre che non sia appunto il
primo e l’unico e strumentale bersaglio del sacrosanto odio delle masse, che oltre e dietro allo