nucleo comunista internazionalista
note




LIBIA:
L’IMPERIALISMO DEMOCRATICO
E UMANITARIO SFODERA GLI ARTIGLI
(accolti gli appelli delle colombe pacifiste)

Dunque: il segretario generale della Nato Mr Rasmussen nella serata di mercoledì 17 marzo ha dettato la linea. Ha sentenziato come “inaccettabile” la vittoria che sul campo si è profilata schiacciante da parte delle forze pro-Gheddafi. Un affronto inaccettabile, intollerabile, che non può e non deve passare senza una adeguata replica e castigo. La Clinton nelle stesse ore sembra aver rotto gli indugi americani, allineandosi ai campioni britannici e francesi della difesa manu militari “dei diritti umani”, della democrazia e ...della “rivoluzione” in Libia. (Due potenze in effetti storicamente campioni mondiali di democrazia e colonialismo. Ripetiamo a scanso di interessati equivoci: democrazia e colonialismo)

Tutto lascia pensare che non saranno le meline delle diplomazie russa, cinese, latino-americane né quelle tedesche né tantomeno quelle – badogliane/dorotee – del più di ogni altro infame (se possibile) stato di Roma a fermare la rappresaglia armata contro Tripoli che i gangsters dell’imperialismo democratico e umanitario stanno probabilmente in queste ore mettendo a punto. In ottemperanza alle risoluzioni più o meno bizantine deliberate da quel covo di trafficanti borghesi e banditi che è il consiglio di sicurezza dell’Onu.

A questo proposito verrebbe da ridere: in quel covo sanzionano la Libia che, in punta di diritto (del loro diritto, del diritto borghese), se la vede con una sedizione interna allo stesso tempo che i sauditi ed altri pendagli da forca del Golfo che sono in prima linea a puntare il dito contro “il tiranno” di Tripoli, inviano le loro truppe a sedare nel sangue la rivolta in Bahrein cioè, in punta di diritto (del loro diritto, del diritto borghese) invadono un altro stato! (Lasciamo evidentemente agli idioti – e peggio! – disquisire e accapigliarsi attorno alle interpretazioni giuridico/morali sulla “legalità internazionale”e le recriminazioni contro i branchi di lupi che invece dovrebbero trattare pacificamente e civilmente il modo di sbranare la preda ecc. Quel che conta e decide, è evidentemente, nella presente società di classe, la Forza, l’esercizio della Forza e della violenza)

L’inaspettata capacità di resistenza e reazione di Gheddafi poggiata da un lato su una indubitabile (almeno così a noi sembra) mobilitazione popolare attorno al regime e sull’accorto gioco di sponda con potenze del calibro di Russia e Cina (e in maniera ancor più sotterranea Germania ed anche ....Italia – vedi sopra – dell’”amico” Scaroni) ha mandato il sangue in testa alla banda dei liberals filoatlantici. Abbiamo letto cose del genere: “...i sofismi della Cina e della Russia che tifano per la controffensiva lealista e si direbbe non vedono l’ora di usurpare il posto, per esempio, dell’Italia nei grandi commerci petroliferi con una Tripoli vittoriosa”. (cfr. Enzo Bettiza “Gheddafi spiazza l’Occidente”, La Stampa 14/3) Ci “usurpano” il posto! (In realtà, si potrebbe dire ragionando di sporchi affari fra borghesi, che ad “usurpare il posto” al capitalismo italiano e a quello germanico cioè europeo sono semmai le manovre degli “amici anglosassoni”. Ragionando invece degli interessi di classe e degli scopi storici del proletariato, si deve stabilire che per esso non vi è alcuna “sponda amica” fra le diverse potenze capitalistiche in urto reciproco e guai se cedesse all’intruppamento dietro l’uno o l’altro sporco e sanguinolento carro borghese)

Bene. Sembra che questa gente con la bava alla bocca stia per essere accontentata: Tripoli avrà la sua razione di bombe.

Come ad essere accontentati, insieme ai democratici e ai “rivoluzionari” libici, sono i nostri pacifisti-imperialisti, del tipo di quelli che iniziavano una lettera aperta sul Manifesto del 9/3 nel modo seguente: “La discussione è il sale della democrazia ma ci sono dei momenti in cui la democrazia ha bisogno di fatti. Di fatti concreti ha bisogno la Libia, la sponda sud del Mediterraneo e anche più in là, fino all’Iran. ... Più utile che invocare le piazze pacifiste è agire per fermare i regimi, per sostenere le fragili democrazie, per accogliere i profughi. Oltre che prefigurare i danni di un intervento Nato, va messo in campo ciò che serve affinché i libici possano riprendere autonomamente in mano il proprio destino.” (Cfr lettera aperta della Direzione Nazionale Arci)

Questo sì che è “parlare chiaro”! come ha invocato la Rossanda, lo stesso giorno e sulle colonne dello stesso quotidiano, per dire che insomma, in un modo o nell’altro, occorre darsi da fare per scalzare il tiranno di Tripoli. Se e quando partiranno gli attacchi su Tripoli c’è da aspettarsi da parte di questa banda di colombelle altre repliche delle disgustose messe in scena sul tipo “operazione Arcobaleno” che fu una mobilitazione a tinta filantropica-umanitaria che copriva i bombardamenti Nato contro la Jugoslavia.


Per i gangsters dell’imperialismo democratico e umanitario la vittoria sul campo di Gheddafi risulta inaccettabile per motivazioni che vanno assolutamente ben oltre la figura del Colonnello e dello stato che rappresenta. Ci sono certamente da sventare le trappole dei russi e dei cinesi ma soprattutto c’è da mandare un segnale potente ai paesi e alle masse di un mondo arabo-islamico in ebollizione: “sta bene la democrazia ma il recinto di quella gabbia nella quale vi concediamo di muovervi liberamente lo decidiamo noi. Lo tracciamo noi a suon di bombe se occorre. In Libia, come in Egitto, come in Tunisia, come in Arabia Saudita, ovunque”.

Che il popolo libico e le masse arabo-islamiche possano raccogliere il senso della sfida e replicare con la massima energia possibile!

Che l’imperialismo democratico e umanitario sia costretto a pagare il dazio più salato possibile sia sul piano politico che su quello militare!

Che si dia qui il massimo di mobilitazione possibile contro questa ennesima guerra imperialista-umanitaria che si annuncia!

18 marzo 2011