nucleo comunista internazionalista
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UN CASO “PERSONALE”

L’attuale propaganda elettorale ha veramente toccato il fondo. Nessuna delle formazioni politiche che “contano” è in grado di esibire dei programmi alternativi alla concorrenza sull’essenziale. Tutti egualmente indirizzati alla conservazione, ovviamente meglio gestita, dell’esistente, con l’eccezione di alcune liste (Grillo, Rivoluzione Civile) apparentemente “scardinatutto”, ma sostanzialmente alla stessa stregua innovo-conservatrice. Il sistema non si tocca, questo il punto, e in altra sede ci occuperemo delle presunte “rivoluzioni” grilline o degli ennesimi new-dealismi “puliti” della lista Ingroia col suo codazzo di “comunisti” convertiti sulla via di Damasco del...capitalismo buono, eco-compatibile ed, ovviamene, gay.

Nessun elemento di rottura, quindi, ma una lotta concorrenziale sfrenata tra simil-diversi per vedere a chi debba spettare il trono. E senza esclusione di colpi.

Proprio di questi vorremmo parlare, tanto per qualificare la fogna che ci sovrasta.

Primo esempio. Siccome Grillo raccoglie a man bassa tra un elettorato a-classista, “popolare”, concorrenziale con quello cui si riferiscono vari ex –“sinistri”, sta bene dargli addosso con le accuse più inverosimili. Non, evidentemente quella, reale e tutt’altro che “verosimile”, del suo uomo-qualunquismo, frutto avvelenato della diserzione della “sinistra” dal proprio terreno di classe che gli ha lasciato spazio, ma... attenzione! Grillo vuole “eliminare” i sindacati. Semmai, da un punto di vista populista, e persino “sindacalrivoluzionario” o RSI, ha proposto che i lavoratori divengano i padroni di sé stessi sui luoghi di lavoro scansando le burocrazie sindacali che, sin qui, li hanno fottuti. In questo, ovviamente, c’è del vero. Com’è vero che la nostra soluzione a questo problema reale è tutt’altra, ma non passa affatto per la legittimazione delle attuali dirigenze sindacali che effettivamente vanno prese a calci in culo. Altro “argomento”: Grillo ha invocato un intervento di Al Qaeda (!!!) contro il nostro sovrano parlamento. Una bufala evidente montata ad arte da chi non ha mosso e non sta muovendo (né mai lo muoverà) contro l’interventismo imperialista dell’Italia in varie parti del mondo (l’ultima il Mali: tutti arruolati!). E diciamo pure che – non è proprio il caso! – se Grillo avesse detto semplicemente: chi di spada (bombe) ferisce, di spada (bombe) perisce, e meritatamente, noi staremmo dalla sua parte. Con buona pace di chi, anche dalla parte del Manifesto, si preoccupa dei “nostri ragazzi in missione di pace” da tutelare.

Ma la peggiore vomitevole schifezza propagandistica nella quale ci è capitato di incappare è quella di un intervento “satirico” di un qui innominabile giullare (teschio vuoto in calabrese) nei riguardi di un candidato della lista Ingroia, certamente scomoda per una certa linea politica aspirante all’en plein elettorale (il matrimonio politico Bersani-Vendola, per esser chiari), anche se dopo si passerà alla copertura da sinistra del blocco “progressista” ove non fosse riuscito a sfondare.

Il suddetto personaggio, certamente molto capace ed accattivante dal punto di vista dello spettacolo (con qualche risata strappata anche a noi), ha osato “dimostrare” che la lista Ingroia non si discosta dalle altre quanto a “legalità” in quanto tra i suoi nomi annovera un personaggio, il dottore triestino Marino Andolina, sottoposto ad indagine da parte della magistratura per pratiche mediche non consentite, e magari pericolose, richiesta esorbitante di danaro in cambio etc. etc. Noi, che della lista Ingroia non abbiamo proprio alcuna stima, siamo qui nell’obbligo di schierarci completamente ed incondizionatamente dalla parte dell’“accusato”. Di che si tratterebbe? Dell’uso delle cellule staminali per la cura di patologie esiziali della quale esistono già dei validi riscontri. Danaro in cambio? Andatevi pure a controllare i conti dell’Andolina, e dopo ne riparleremo.

Andolina è certamente un personaggio scomodo. Sulla questione della Jugoslavia si è schierato con coraggio e coerenza contro l’intervento italiano (D’Alema capintesta!), si è reso testimone di quel che in Jugoslavia stava effettivamente succedendo, contro tutte le balle ufficiali in corso, si è prodigato all’estremo a favore delle popolazioni là colpite dal nostro caro imperialismo “democratico”, si è anche proposto come testimone – ovviamente ricusato – per i processi alla Norimberga (gli sconfitti pagano per definizione!) del Tribunale dell’Aia. Persona assolutamente adamantina, che abbiamo avuto modo di conoscere direttamente, condividendone (con tutte i nostri, non settari, distinguo) l’impegno nel Comitato Pro-Jugoslavia. Ci mettiamo la mano sul fuoco, sicuri di non far la fine di Muzio Scevola, e sarebbe bene che certi personaggi del varieté, se ancora provvisti di una qualche dignità personale, facessero ammenda per una “toppata” forse loro suggerita da certi (non innocenti) scritturali.

Che poi Andolina – se non sbagliamo-inizialmente PDS, poi “rifondarolo”, abbia preso la strada elettoralistica di Ingroia (cioè: un vicolo cieco con deviazione pericolosa) non ci interessa, in questo caso, un cavolo. E’ la linea del minimo sforzo, comune a tanta “brava gente” destinata, data la situazione, a cadere nel tranello elettoralistico. Ma questo non infirma di un grammo la stima che gli dobbiamo.

Posti scriptum: ci dicono che nella lista Ingroia a Trieste compaia anche una (altrettanto da noi stimata) “compagna”, rea di “negazionismo” continuato rispetto alla vulgata sui “martiri delle foibe”. Altra ottima occasione di “satira” fustigatrice. Ma come? Mentre il buon Napolitano certifica che il comunismo si è macchiato di ogni sorta di orrori (questa in particolare!) – mentre lui stesso faceva parte dell’“associazione a delinquere”– c’è con Ingroia chi osa fare “apologia di reato”? Occhio alla TV!

14 febbraio 2013