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Pubblichiamo l'articolo scritto da Bordiga nel 1924, in polemica con l'Avanti, sulla questione – molto attuale ! – delle pastette elettorali.
Riprendiamo il testo dal n. 68 della rivista "comunismo", edizioni "Il Partito Comunista" del Partito Comunista Internazionale. Segnaliamo questo numero estremamente interessante, che  ha curato, in maniera intelligente ed opportuna, la riproduzione di questo ed altri materiali sullo stesso argomento.
La rivista può essere richiesta direttamente a: Edizioni "Il Partito Comunista" – Cas. Postale 1157 – 50121 Firenze, oppure all'indirizzo e-mail icparty@international-communist-party.org  




UNO SCANDALO

L’Unità, 23 aprile 1924  

Lo ha dato il sottoscritto, col fare l’apologia della “pastetta” elettorale.

L’“Avanti!” ha voluto servirsi di un mio articolo di critica al fenomeno elettorale per le comodità della sua polemica evasiva della proposta del nostro partito per il Primo Maggio. L’“Avanti!” non apprezza abbastanza gli eventi che hanno voluto che il cretinismo massimalista fosse un poco risparmiato nelle polemiche.

L’indignazione e l’orripilamento prendono alla gola lo scrittore del foglio massimalista. Egli non discute, non ragiona più, dinanzi alla bestemmia contro la santità e la purezza dell’elettoralismo democratico; egli esorcizza soltanto. Bestialità, bestialità! Le nostre bestialità dovevano essere scoperte dalla redazione capeggiata da quel grande teoreta e stratega del marxismo che è il noto ex-repubblicano borghese, interventista massone, semifascista del dopoguerra [si tratta di Pietro Nenni, voltagabbana di mestiere n.d.r.]: ecco una cosa inaspettata.

A me non preme il pettegolezzo sulla sincerità delle conversioni di costui e sui limiti delle sue oscillazioni politiche: mi basta constatare che cosa miserabile sia per un Partito che pretende di richiamarsi a tradizioni di azione proletaria classista l’aver dovuto affidare la direzione del più importante lavoro di critica e di propaganda socialista a chi è imbevuto di tutte le forme dell’antisocialismo e non potrà mai capire nulla dell’azione di classe.

Il premettere agli articoli le citazioni degli scrittori marxisti e il ruminare idiotamente certe formule rubacchiate alla critica comunista, non toglie che il capo degli scrittori dell’“Avanti!” sia un ignorante di socialismo, in quel senso in cui ignorante non è il lavoratore analfabeta passato per i Sindacati e le sezioni nostre, in quel senso in cui ignorante mille volte resta colui nel cui cervello fermentano i residui di cento ideologie e teologie borghesi, e che non troverà nei libri il modo di liberarsene, ammesso che prenda sul serio un simile compito da neofita, sotto i panni di sommo sacerdote.

Perché la bestia è evidentemente lo scrittore del giornale massimalista. Egli dice che non vi è lealtà né onestà, se la pastetta è nei nostri programmi, nel deprecare nella nostra stampa le violenze e pastette fasciste.

La pastetta non è nei nostri programmi, perché il nostro programma è di realizzare la dittatura del proletariato senza la ipocrita conservazione della democrazia che rinfacciamo alla dittatura fascista. La “pastetta” può essere ed è un indice di forza nella presente lotta elettorale, assai meglio del numero dei voti che si distribuirebbero nella gratuita ipotesi delle elezioni oneste e leali. Per questo noi saremmo lieti che le pastette e le legnate fossero da noi meno subite e più inflitte all’avversario: ciò indicherebbe che siamo meglio collocati per lottare contro di lui. Noi credevamo di scrivere una bestemmia per i giornali tipo “Mondo”, per cui è arabo l’A-B-C della critica marxista; constatiamo oggi che il massimalismo è sullo stesso piano di cretinismo democratico e parlamentare di quella gente, se per un istante ce lo fossimo scordato.

Per la stessissima ragione noi non “deprechiamo” (ché questo frasario, insieme a quello della lealtà e della onestà, lo lasciamo ai mazziniani andati a male), ma costatiamo e denunziamo al proletariato le violenze e le frodi elettorali fasciste, appunto perché esse servono a dimostrare a meraviglia la nostra tesi programmatica: che non colle elezioni, ma colla violenza rivoluzionaria si emanciperà il proletariato. Sì che chi non capisce una cosa tanto semplice è incommensurabilmente bestia! C’è forse un lavoratore, magari votante pel partito unitario, che non sia avvertito dal suo istinto che il suo “sogno” di classe è il rovesciamento esatto di quei rapporti che oggi realizza il fascismo? Noi denunziamo dunque le violenze di questo, proprio perché la violenza è nel programma nostro: logicamente denunziamo la pastetta, non perché essa suoni violazione di una immaginaria morale della lotta politica, ma perché prova come il fascismo tenga stretto nel pugno il potere e il prepotere, e come non si devono escludere colpi nella lotta contro di esso.

L’“Avanti!” svela la sua anima riformista e borghese col fare appello a quei principii di morale politica sovrastanti alle classi, che lo conducono a scandalizzarsi della mia apologia della pastetta. Ma come tutti i moralisti esso rigurgita di ipocrisia. Pastette gli onorevoli socialisti devono averne, nei loro tempi, fatta qualcuna: e se non ne hanno fatte nelle elezioni, probabilmente per opportunismo e vigliaccheria, ne hanno però fatte nei Congressi di Partito, e anche in forme indecenti. Costoro faranno bene a non erigersi a maestri di coerenza.

Costoro stiano ben certi che è con completa consequenzialità ai nostri principi e al metodo marxista che noi conduciamo la documentazione – non vittimisticamente imbecille, ma tendente al capovolgimento rivoluzionario dei rapporti attuali e al vittimizzamento della classe che oggi domina e opprime, in tutte le forme che saranno utili a debellarla – delle violenze elettorali fasciste: con ciò noi documentiamo la verità e la forza della nostra dottrina.

Il massimalismo tenta ingannare il proletariato dicendo di seguire quella stessa dottrina: ma alla prima occasione rivela di essere agli antipodi. Ed è il massimalismo in contraddizione quando “depreca” la violenza e la frode elettorale borghese, poiché non sa dare il vero valore marxista a tale “deprecamento”.

È nelle vostre colonne, signori dell’“Avanti!”, che quella documentazione è fuori di posto; sfuggendo voi alla nostra tesi rivoluzionaria, e non avendo almeno il coraggio di dire che vi identificate del tutto colla tesi della “Giustizia” e del “Mondo”, voi venite a documentare una cosa sola: quanto siete coglioni. Ipocriti e coglioni insieme.